Dama, Vyala e Kata. Bhima, Bhasa e Dridha

09 La storia di Dama, Vyala e Kata.

“Nel mondo degli inferi c’era un potente demone conosciuto come Sambara. Era esperto nell’arte della magia e creò una città magica con cento soli all’orizzonte, con esseri fatti d’oro che camminavano e parlavano, cigni scolpiti in pietre preziose e fuoco freddo come il ghiaccio.
Sambara era un terrore per gli dei del cielo. Quando dormiva, lontano dalla sua città, gli dei approfittavano della situazione e decimavano la sua armata. Il demone allora, infuriato, invadeva il cielo e gli dei, spaventati dai suoi poteri magici, si nascondevano, senza che egli riuscisse a trovarli. Così, essi riuscivano ad eliminare le sue forze nei momenti opportuni.
Al fine di proteggere il suo esercito, il demone creò tre altri demoni: Dama, Vyala e Kata. Questi tre non avevano avuto incarnazione precedente e perciò erano liberi da ogni tipo di condizionamento mentale. Non avevano paura, dubbio o altre predisposizioni; non scappavano di fronte al nemico, non temevano la morte, non conoscevano il significato della guerra, della vittoria o della sconfitta. In effetti, non erano adatto Jiva indipendenti: erano semplicemente proiezioni del demone Sambara, simili ad automi, che lavoravano per lui.
Il loro comportamento era come quello di chi ha sradicato tutte le tendenze latenti, o condizionamenti, ma non ha conseguito l’illuminazione e il demone Sambara era deliziato che la sua armata avesse quegli invincibili protettori”.
Vasistha continuò: “Il demone Sambara inviò la sua invulnerabile armata, protetta dai tre nuovi demoni, a combattere con gli dei. Anche l’armata degli dei era pronta al combattimento. Ne seguì una tremenda battaglia.
Combatterono con ogni tipo di terribile arma, distruggendo tutte le città ed i villaggi, le caverne, gli animali ed il resto. Ogni parte, alternativamente, gioiva la vittoria e soffriva la sconfitta. I tre demoni principali cercavano gli dei principali, ma non riuscivano a trovarli. Così tornarono da Sambara a fargli rapporto.
Nel frattempo, gli dei invocarono il Creatore Brahma, che apparve immediatamente di fronte a loro. Essi lo pregarono di trovare un modo per distruggere i tre demoni e Brahma disse: ‘0 dei, Sambara non può essere ucciso ora, sarà ucciso dopo cento anni dal Signore Vishnu. È perciò saggio che vi ritiriate dalla battaglia, come se foste sconfitti dai tre demoni.
A tempo debito, a causa del loro impegno in questa guerra, il senso dell’ego sorgerà in loro. Allora saranno soggetti ai condizionamenti mentali e svilupperanno tendenze ed inclinazioni (vasana).
Ora questi tre demoni sono completamente privi del senso dell’ego, privi di condizionamenti e tendenze. Coloro in cui il senso dell’ego e la sua controparte, le vasana, non esistono, non conoscono né il desiderio, né l’ira. Sono invincibili. Colui che è vincolato dal senso dell’ego e dal condizionamento della mente, anche se è considerato un grand’uomo o di grande erudizione, può essere sconfitto anche da un bambino. In effetti, le nozioni di “io” e “mio” sono i bramosi ricettacoli che ricevono il dolore e la sofferenza.
Colui che identifica il corpo con il Sé sprofonda nella miseria; colui che anche solo considera il Sé come l’Onnipresente Essere vince il dolore. Per quest’ultimo non c’è nulla nei tre mondi che non sia il Sé e che sia desiderabile per se stesso.
Colui la cui mente è condizionata può essere sconfitto. Nell’assenza di tale condizionamento, persino una zanzara diventa immortale.
La mente condizionata sperimenta la sofferenza. Quando viene liberata dal condizionamento, essa sperimenta la delizia. Il condizionamento, o la brama, indebolisce una persona, perciò non dovete affrettarvi a combattere questi tre demoni.
Fate ciò che potete per creare in loro i sentimenti dell’ “io” e del “mio”. Poiché sono creature ignoranti del demone Sambara, sarà facile farli abboccare e allora potranno essere facilmente sconfitti.”
Vasistha continuò: “Avendo detto così, il creatore Brahma svanì, gli dei riposarono nelle loro dimore per un po’ e si prepararono ad un nuovo assalto contro i demoni. La rinnovata lotta tra le armate degli dei e dei demoni fu ancora più tremenda della precedente. Ci fu ovunque terribile distruzione e questo continuo coinvolgimento nella battaglia generò nei tre capi dei demoni la basilare nozione di “io sono”.
Proprio come un specchio riflette un oggetto vicino, il proprio comportamento si riflette come senso dell’ego nella propria coscienza. Comunque, se questo comportamento è tenuto a distanza dalla coscienza e non c’è identificazione con tale comportamento, il senso dell’ego non sorge. Una volta che questo senso dell’ego sorge, viene seguito rapidamente dal desiderio del prolungamento della vita nel corpo, dal desiderio dell’acquisizione di ricchezza, di salute, di piacere, ecc.
Questi desideri debilitarono enormemente la personalità dei demoni. Allora sorse confusione nelle loro menti, che a loro volta diedero origine ai sentimenti di “questo è mio”, “questo è il mio corpo”. Tutto ciò inevitabilmente si trasformò in inefficienza ed incapacità di compiere la loro opera. Diventarono molto attaccati al mangiare e al bere; gli oggetti diedero loro sensazioni di piacere e così li derubarono della loro libertà Con la perdita della libertà anche il loro coraggio scomparve e sperimentarono la paura. Furono terribilmente preoccupati al pensiero “moriremo in questa guerra”.
Così gli dei approfittarono di questa situazione e cominciarono ad attaccare i demoni. In preda alla paura della morte essi scapparono e quando l’armata vide che i loro invincibili protettori erano fuggiti di fronte agli dei, fu completamente demoralizzata e i demoni caddero a migliaia.
Quando il demone Sambara seppe che la sua armata era stata sterminata dagli dei, divenne furioso. Riferendosi ai tre demoni invincibili, Dama, Vyala e Kata chiese: ‘Dove sono andati?’
Spaventati dalla sua ira, essi presero rifugio nel più infimo dei mondi. Là i servi del dio della morte, Yama, diedero loro un rifugio e tre ragazze da sposare. Vissero nel mondo degli inferi a lungo. Un giorno furono visitati da Yama stesso senza il suo seguito, ma non lo riconobbero ed omisero di rendergli i dovuti omaggi. Allora Yama, irato, li spedì nel più tremendo degli inferni e dopo aver sofferto là per numerose incarnazioni in differenti specie sub-umane, essi ora vivono come pesci in un lago del Kashmir”:
Vasistha continuò: “Così, puoi vedere i disastrosi risultati che sorgono dalla non-saggezza. Puoi vedere come gli invincibili demoni furono totalmente sconfitti e caddero in disgrazia a causa del loro senso dell’ego, che diede vita alla paura nei loro cuori.
L’unica Infinita Coscienza, che è della natura della pura beatitudine, viene eclissata dall’ombra del senso dell’ego.
Sebbene i demoni Dama, Vyala e Kata fossero in realtà liberi dal ciclo della nascita e della morte, a causa del loro senso dell’ego ne divennero soggetti”.
Rama chiese: “0 signore, Dama, Vyala e Kata erano irreali, poiché furono prodotti dalla magia di Sambara. Come mai divennero entità reali, proprio come noi?”
Vasistha rispose: “Rama, proprio come i tre demoni erano irreali prodotti della magia, così siamo anche noi, gli dei e gli altri. Tutte queste nozioni di ‘io’ e ‘tu’, o Rama, sono irreali. Il fatto che tu ed io siamo visti come entità reali non altera la verità. Anche se una persona morta apparisse di fronte a te ora, sarebbe sempre morta.
Comunque, non è saggio dichiarare la verità: ‘Brahman solo è reale’ all’ignorante, perché la realtà dell’apparizione del mondo, che è diventata profondamente radicata nel cuore dell’ignorante,. non verrà dispersa se non attraverso l’intensa indagine sullo Scopo delle scritture.
Colui che dichiara: ‘Questo mondo è irreale, solo Brahman è reale’, viene deriso dalle persone ignoranti. Per quanto accuratamente venga loro spiegato che tutto è Brahman, gli ignoranti non possono comprenderlo, non più di quanto un cadavere possa camminare. Quella verità può essere sperimentata solo dal saggio.
0 Rama, né noi, né questi demoni siamo reali. La realtà è l’unica Infinita Coscienza che non attraversa alcun cambiamento. In quella Infinita Coscienza sorgono le nozioni ‘te stesso, me, questi demoni’, ecc. e sono investite di realtà, perché la Coscienza che percepisce è reale.”
Rama chiese: “0 saggio, ti prego, dimmi quando e come i tre demoni otterranno la liberazione?”
Vasistha rispose: “Rama, quando essi ascolteranno la narrazione della loro storia e si ricorderanno della loro natura essenziale come Pura Coscienza saranno liberati.
Questa è la storia, o Rama, dei tre demoni: Dama, Vyala e Kata, che, a causa del senso dell’ego e delle loro brame, caddero all’inferno e questo non è null’altro che il gioco dell’ignoranza e dell'illusione. In effetti è la Pura Coscienza che trattiene l’impura nozione di “Io sono”.
Per gioco, per così dire, e senza mai rinunciare alla sua natura essenziale come Coscienza, sperimenta la distorta immagine di Se stessa a11’interno di Se stessa. Anche se questa distorta immagine è in verità irreale, il senso dell’ego, “io sono”, la scambia per reale e ne resta illuso.
Vasistha continuò:”0 Rama, colui che ha pienamente realizzato l’Infinito è protetto dalle divinità cosmiche, perciò uno non dovrebbe porre piede sul sentiero erroneo, nemmeno in tempi di grande disperazione. Colui che ha guadagnato una buona reputazione, attraverso una vita virtuosa, ottiene qualunque cosa che non abbia ancora guadagnato e viene liberato dalla sfortuna.
Può essere considerato un essere umano solo chi non si compiace della propria virtù, chi è devoto all’insegnamento ascoltato e si sforza di percorrere il sentiero della verità. Gli altri sono animali in forma umana.
Adora i santi, questo ti salverà dalla morte. Conformandosi alle ingiunzioni delle scritture, si dovrebbe pazientemente attendere che la perfezione arrivi a tempo debito.
La ricchezza è la madre del male, i piaceri dei sensi sono la sorgente del dolore, la sfortuna è la migliore fortuna, l’essere rigettati da tutti è la vittoria. La vita, l’onore e le nobili qualità sbocciano e portano frutto in colui la cui condotta e il cui comportamento sono buoni e piacevoli, in colui che è dedito al silenzio e non brama i piaceri del mondo che conducono alla sofferenza.
Vasistha continuò: ”0 Rama, ogni zelante sforzo è sempre coronato da frutto, perciò non abbandonare il giusto sforzo. Sicuramente è necessario soppesare l’idoneità del risultato prima di tuffarsi nello sforzo zelante di qualunque genere. Se investighi attentamente in questo modo, sicuramente scoprirai che solo la conoscenza del Sé è capace di distruggere completamente ogni dolore e piacere alla radice. Perciò lo sforzo zelante dovrebbe essere rivolto solo verso la conoscenza del Sé.
Sia l’assenza del controllo che la pratica del controllo sono invero uno nell’Assoluto Brahman e non c’è reale divisione fra essi, tuttavia la pratica del controllo porta grande gioia e buona fortuna, perciò ricorri all’autocontrollo e abbandona il senso dell’ego. Indaga sulla natura della verità e cerca la compagnia del saggio; invero sono uomini buoni e saggi coloro che vivono in accordo con le ingiunzioni scritturali e nei quali l’avidità, l’illusione e l’ira diminuiscono giorno dopo giorno.
Nella compagnia del saggio sorge la conoscenza del Sé e allo stesso tempo svanisce la nozione della realtà degli oggetti di percezione come tali.
Il mondo, come oggetto, non è mai stato creato, né esiste come tale ora, né sarà mai così. E soltanto l’Unico Supremo Essere che esiste in ogni tempo come la sola realtà.
Vasistha continuò: “Quando non è adeguatamente compreso, l'io appare come una nozione impura nella Coscienza Infinita, ma quando l'io è giustamente compreso, il suo significato viene visto come Coscienza Infinita. Quando la sua realtà viene vista non appare più come senso dell’ego, ma come una sola Infinita Realtà, in effetti non c’è un entità distinta da chiamare “io”.
Quando questa verità si rivela a chi ha la mente pura, l’ignoranza è immediatamente dispersa, ma gli altri si aggrappano alle loro false nozioni, come un bambino si aggrappa alla nozione dell’esistenza di un fantasma. Quando l'io, come entità separata, è così riconosciuto come falso, come si può credere alle altre nozioni di cielo, di inferno, ecc., che sono collegate ad esso?
Quando si è posseduti da questo fantasma dell'io, non c’è nulla che metta in grado di liberarsene, nessuna scrittura, nessun mantra. Solo il costante ricordo della Verità, che il sé è un puro riflesso nella Coscienza Infinita, fa cessare di crescere l'io. Ogni relazione soggetto-oggetto è illusione e quando questa comprensione prende radice l'io viene sradicato.
Quando viene visto che è l'io a dare origine alla nozione di mondo, entrambi (l'io e il mondo) terminano nella pace. Comunque, la comprensione della persona illuminata è la più alta forma dell'io, che dà origine al sentimento ‘io sono uno con l’intero universo, non c’è nulla separato da me’.
Un altro tipo di “io” è quando si sente che l’io è estremamente sottile, atomico in natura e perciò diverso e indipendente da ogni cosa in questo universo. Anche questo non è discutibile, essendo conducivo alla liberazione. Ma l’io che è stato descritto in precedenza, quello che identifica il Sé col corpo, questo dev’essere abbandonato fermamente.
Continuando a coltivare la forma superiore dell’io, la forma inferiore viene sradicata. Avendo tenuto controllato l’io inferiore, si dovrebbe ricorrere alla forma superiore, generando insistentemente g se stessi: ‘io sono il tutto’ o ‘sono estremamente sottile e indipendente’. Nel dovuto corso, persino questa forma superiore di io dovrebbe essere completamente abbandonata, allora ci si può impegnare in tutte le attività o rimanere isolati, non c’è più pericolo di caduta.
Vasistha continuò: “0 Rama, dopo che Sambara fu abbandonato dai tre demoni Dama, Vyala e Kata, realizzò che essi avevano scioccamente intrattenuto nozioni egoistiche ed erano così arrivati all'angoscia, perciò decise di creare altri demoni, ma questa volta dotati di saggezza e della conoscenza del Sé, in modo da non farli più cadere nella stessa trappola del senso dell’ego.
Sambara allora, con il proprio potere magico, creò tre altri demoni conosciuti come Bhima, Bhasa e Dridha.


La storia di Bhima, Bhasa e Dridha

Essi erano onniscienti, rivestiti della conoscenza del Sé, pieni di distacco e senza peccato. Ritenevano che l’intero universo non avesse più valore di uno stelo d’erba e cominciarono a combattere contro l’armata degli dei.
A dispetto del combattimento, per un tempo considerevole il senso dell’ego non sorse in loro. Ogniqualvolta il senso dell’ego sollevava la testa, essi lo soggiogavano con l’indagine sul Sé: “chi sono io?” Erano perciò liberi dalla paura della morte, devoti all’azione adeguata nel presente, liberi da ogni attaccamento, privi dal sentimento: ‘io ho fatto questo’, intenti a compiere il lavoro affidato loro dal maestro Sambara, liberi dal desiderio e dall’avversione ed investiti di visione equanime.
L’armata degli dei fu rapidamente sconfitta ed essi fuggirono dal Signore Vishnu a cercare rifugio. Al suo comando presero dimora in un’altra regione. Dopo questo, il Signore Vishnu stesso dovette combattere con il demone Sambara. Ucciso dal Signore, il demone istantaneamente raggiunse la dimora di Vishnu, il quale liberò poi anche i tre demoni Bhima, Bhasa e Dridha. Quando il loro corpo cadde divennero illuminati, poiché non avevano il senso dell’ego.
0 Rama, Dama, Vyala e Kata rappresentano la mente che è condizionata dal senso dell’ego. Bhima, Bhasa e Dridha rappresentano la mente libera dal condizionamento o senso dell’ego. Oh Rama, non essere come i primi, ma come i secondi. Questa è la ragione per cui ti ho narrato questa storia, mio caro e intelligente discepolo!
Vasistha continuò: “0 Rama, ti dichiarerò ora la quintessenza di tutta la saggezza: la schiavitù è la brama per il piacere e il suo abbandono è liberazione, perciò considera tutti i centri di piacere di questo mondo come fumi velenosi. L’abbandono cieco è indesiderabile. Indaga profondamente e seriamente sulla natura dei piaceri sensoriali e abbandona ogni brama per essi. Allora potrai vivere felicemente.
Per mezzo della coltivazione di qualità propizie, ogni errata conoscenza gradualmente cessa; la mente diventa nuovamente priva di desideri, libera dalle coppie di opposti, priva di irrequietezza, paura ed illusione. Con ciò la mente riposa in uno stato di pace e beatitudine.
Ironicamente, la mente risvegliata porta la cessazione di quelle stesse cose, come pensieri e desideri, che ne favorirono la crescita. Perseguendo l’indagine sulla sua vera natura, la mente abbandona persino la sua identificazione con il corpo. La mente ignorante si espande, ma al risveglio della saggezza, la stessa mente cessa di essere mente. Solo la mente è questo universo; la mente è la catena delle montagne; la mente è lo spazio; la mente è Dio; la mente soltanto è l’amico ed il nemico.
Quando la Coscienza dimentica Se stessa e attraversa modificazioni e condizionamenti mentali, è conosciuta come mente che dà origine alla nascita e alla morte. Questo è conosciuto come Jiva, anima individuale, essendo quella parte della Coscienza Infinita che ha assunto il carattere di un oggetto di questa Coscienza.
0 Rama, la mente stessa è il Jiva. La mente sperimenta ciò che ha proiettato da se stessa e ne è vincolata. È lo stato della mente che determina la natura della reincarnazione del Jiva. Chi desidera essere un re, sogna di essere diventato re. Ciò che intensamente si desidera, presto o tardi sarà ottenuto. Se la mente è impura, anche i suoi effetti sono impuri; e se è pura, anche i suoi prodotti sono puri.
L’uomo nobile s’impegna in nobili perseguimenti spirituali, anche in circostanze difficili. Non c’è né schiavitù, né liberazione, in verità. L’Infinito pensa ‘io sono il corpo’ e questo pensiero agisce come schiavitù. Quando uno realizza che tutto questo è falso, risplende come Infinita Coscienza. Quando la mente è stata purificata da pensieri e da azioni pure, assume la natura dell’Infinito, proprio come un panno puro assorbe facilmente il colore. La mente non ha esistenza separata dalla Coscienza Infinita, non esiste all’inizio, non esiste alla fine e non esiste nemmeno ora. Colui che pensa che esiste, tiene in mano il dolore. Colui che sa che questo mondo è in realtà il Sé, va al di la di quel dolore e questo mondo gli dà sia la gioia che la liberazione”.
Rama chiese: “Signore, la Coscienza Infinita è trascendentale; ti prego, dimmi ora come questo universo esiste in essa”.
Vasistha rispose: “0 Rama, questo universo esiste nella Coscienza Infinita proprio come onde future esistono in un mare calmo. Non diverse, in verità, ma con la potenzialità di una apparente differenza. La Coscienza Infinita è immanifesta, sebbene onnipresente, proprio come lo spazio sebbene esistente ovunque, è immanifesto. Proprio come il riflesso di un oggetto nel cristallo non si può dire sia né reale, né interamente irreale, uno non può dire che questo universo, che è il riflesso nella Coscienza Infinita, sia reale o irreale.
Ancora, proprio come lo spazio non è toccato dalle nuvole che vi fluttuano, questa Coscienza Infinita non è toccata dall’universo che vi appare. Proprio come la luce non è vista eccetto che attraverso un’agente riflettente, così, allo stesso modo la Coscienza Infinita si rivela attraverso questi vari corpi. È essenzialmente senza nome, senza forma, ma i nomi e le forme sono attribuiti ai suoi riflessi.
La Coscienza, riflettendosi nella Coscienza, risplende come Coscienza ed esiste come Coscienza; tuttavia, per colui che è ignorante, pur considerandosi saggio e razionale, sorge la nozione che è venuta in essere e che esiste qualcos’altro diverso dalla sua coscienza. Per l’ignorante questa Coscienza appare come la terribile apparizione del mondo; per il saggio la stessa Coscienza appare come l’unico Sé.
0 Rama, riposa in pace e purezza come l’oceano quando non è agitato dal vento. Quel Sé per mezzo del quale ogni cosa è completamente permeata non viene guadagnato viaggiando lontano. Non lasciare che la tua mente vaghi tra gli oggetti del mondo, tu stesso sei il supremo Sé, la Coscienza Infinita, null’altro”.
Vasistha continuò: “0 Rama, il senso di paternità, cioè la nozione ‘Io faccio questo’, che dà origine alla felicità e anche all’infelicità o che dà origine allo stato di yoga, è fittizio agli occhi del saggio. Per l’ignorante, comunque, è reale. Qual è la sorgente di questo concetto? Esso sorge quando la mente, spinta dalla predisposizione passai si sforza di ottenere qualcosa. L’azione che segue, allora, viene attribuita a se stessi.
Quando la stessa azione conduce all’esperienza del suo frutto, sorge la nozione ‘Io gioisco questo’. Le due nozioni, in realtà, sono le due facce dello stesso concetto.
Che si sia impegnati o meno nell’azione, che si sia in cielo o all’inferno, qualunque possa essere il condizionamento mentale, quello stesso è sperimentato dalla mente.
Perciò, per la persona ignorante, condizionata, c’è la nozione ‘Io faccio questo’, sia che stia facendo o meno. Tale nozione non sorge nell’illuminato. Quando la verità di questo è conosciuta, il condizionamento è indebolito perciò il saggio, anche mentre agisce in questo mondo, non è interessato ai frutti di quell’azione. Egli lascia che le azioni avvengano nella sua vita, senza attaccamento ad esse; qualunque sarà il loro risultato, egli lo considera non diverso dal suo stesso Sé. Ma questa non è l’attitudine di colui che è immerso negli stati mentali.
Qualunque cosa faccia la mente, quella sola è azione; perciò solo essa è l’agente, non il corpo. Solo la mente è l’apparizione del mondo. Questa apparizione è sorta e riposa nella mente.
L’illuminato è sempre in beatitudine. Le sue azioni sono non-azioni, perciò non incorre nel merito e nel demerito. Il suo comportamento è come quello di un bambino e anche se sembra immerso nel dolore, non lo è. Egli è totalmente distaccato da questa apparizione del mondo e nei confronti delle azioni della mente e dei sensi. Non intrattiene nemmeno la nozione della liberazione, né quella della schiavitù; egli vede il Sé e il Sé soltanto”.
Rama chiese: “Signore, Brahman è libero dal dolore e tuttavia quello che è emerso da esso, come una lampada accesa da un’altra lampada, è l’universo pieno di dolore. Com’è possibile questo?”
Valmiki disse: Ascoltando questa domanda, Vasistha rimase in contemplazione per un po’. “Ovviamente, la comprensione di Rama non è adeguata, poiché c’è impurità nella sua mente, tuttavia se egli non sarà pienamente messo in grado di comprendere la verità, la sua mente non troverà riposo. Fino a che la mente è sviata dai pensieri di piacere, è incapace di comprendere la verità.
Se la mente è pura, allora immediatamente la comprende. Perciò è dichiarato che colui che afferma: ‘Tutto questo è Brahman’ a colui che è ignorante o risvegliato a metà, va all’inferno. Così un saggio insegnante dovrebbe incoraggiare i suoi studenti a stabilirsi, come prima cosa, nell’autocontrollo e nella tranquillità. Quindi lo studente deve essere accuratamente esaminato prima che la conoscenza della verità gli venga impartita.
Quindi, Vasistha rispose: “Scoprirai la verità da te stesso, se Brahman è libero dal dolore o meno, oppure aiuterò la tua comprensione nel corso del tempo. Per il momento, comprendi questo: Brahman è onnipotente, onnipresente, è la Presenza che dimora in tutti. Questo Brahman, attraverso un indescrivibile potere conosciuto come maya, ha provocato questa creazione. Maya è in grado di far apparire l’irreale come reale e viceversa, come lo spazio vuoto che sembra blu.
Quando la mente non è in pace, il mondo appare come una confusione di diversità. Ma in effetti, questo universo è un’apparente manifestazione delle potenze infinite del Signore. Proprio come dove c’è la luce c’è una visibilità naturale, allo stesso modo, a causa dell’onnipotenza del Signore, questa apparizione del mondo è sorta come la Sua natura.
Comunque, simultaneamente a questa apparizione del mondo, è venuta in essere anche l’ignoranza, a causa della quale c’è il dolore. Abbandona l’ignoranza e sii libero”.
Vasistha continuò: “0 Rama, questa intera creazione dell’apparizione del mondo è soltanto un'accidentale manifestazione dell’intenzione dell’onnipotente energia conscia (Chit-Shakti), dell’Infinita Coscienza o Brahman; l’intenzione stessa si condensa e, così, dà origine, nella mente, alla sostanza voluta. Immediatamente, la mente riproduce la sostanza come se fosse nel campo oggettivo.
A questo stadio c’è la nozione di questa creazione, come se avesse abbandonato la sua vera natura fondamentale di Coscienza Infinita. Essa, apparentemente, vede all’interno di Se stessa un puro vuoto e l’energia conscia, Chit-Shakti, porta allora lo spazio in esistenza. In quell’Energia Conscia sorge l’intenzione di diversificare, quest’intenzione stessa è allora considerata il Creatore Brahma con il suo seguito di altre creature viventi. Così sono apparsi tutti i 14 mondi nello spazio della Coscienza Infinita, con le loro innumerevoli varietà di esseri, alcuni immersi in densa oscurità, alcuni molto vicini all'illuminazione, altri pienamente illuminati.
In questo mondo, Rama, fra le molte specie di esseri viventi solo gli esseri umani sono idonei ad essere istruiti nella natura della verità. Persino fra questi esseri umani, molti sono ossessionati dal dolore e dall’illusione, dall’odio e dalla paura e questo ti spiegherò ora in grande dettaglio. Ma questo discorso su chi creò questo mondo e come fu creato è inteso solo allo scopo del comporre scritture ed esporle, non è basato sulla verità. Le modificazioni che sorgono nella Coscienza Infinita o nell'organizzazione dell’Essere Cosmico non avvengono realmente nel Signore, sebbene sembri così.
Non c’è altro che la Coscienza Infinita, non c’è nient’altro nemmeno nell’immaginazione. Pensare a quell’Essere come il Creatore e all’universo come il creato, è assurdo. Quando una lampada è accesa da un’altra, non c’è relazione creatore-creatura fra loro. Il fuoco è uno, la creazione è una semplice parola, non ha corrispondente realtà sostanziale.
La Coscienza è Brahman, la mente è Brahman, l’intelletto è Brahman, Brahman soltanto è la sostanza. Il suono o la parola è Brahman e Brahman soltanto è ciò che compone tutte le sostanze. Tutto invero è Brahman, non c’è in realtà mondo.
Proprio come quando lo sporco è rimosso la sostanza reale si manifesta, proprio come quando l’oscurità della notte è dispersa e gli oggetti che erano velati dall’oscurità diventano chiaramente visibili, allo stesso modo, quando l’ignoranza è dispersa, la Verità viene realizzata.
Rama chiese: “Signore, come avrebbe potuto esserci persino l’intenzione di diversificare nella Coscienza Infinita?”
Vasistha rispose: “0 Rama, non c’è contraddizione nelle mie affermazioni. Vedrai la bellezza delle mie affermazioni quando conseguirai la visione della Verità. Le descrizioni della creazione sono date nelle scritture allo scopo di istruire i discepoli, non lasciare che la tua mente venga colorata da esse. Quando realizzerai quello che è indicato dalle parole, allora naturalmente le abbandonerai.
Nell’Infinita Coscienza stessa non c’è né un’intenzione, né il velo dell’illusione, ma questa è di fronte a te come il mondo. Questo può essere realizzato soltanto quando l’ignoranza giunge a fine. Essa non cesserà se non per mezzo dell’istruzione che dimora nell’uso di queste parole e descrizioni.
L’ignoranza cerca di distruggere se stessa e perciò cerca la luce della Vera conoscenza. Le armi vengono annientate da altre armi. La terra ripulisce dalla terra, il veleno cura dal veleno, i nemici vengono vinti da altri nemici; allo stesso modo maya si rallegra quando viene distrutta. Nel momento in cui ne diventi consapevole, svanisce. Questa ignoranza o maya, vela la verità e crea la diversità, ma non conosce la sua natura e questo è strano. Finché non si indaga sulla propria natura, essa governa; nel momento in cui c’è l’indagine sulla propria natura, essa cessa. Maya, in verità non esiste; finché questa verità non viene direttamente sperimentata da te, dovrai accettare le mie parole.
Colui che sa che Brahman soltanto è la Verità, è liberato. Tutti gli altri punti di vista sono intesi a vincolare un individuo all’ignoranza. Essa non se ne andrà senza la conoscenza del Sé e quest’ultima sorge solo quando le scritture vengono studiate profondamente. Qualunque possa essere l’origine di questa ignoranza, sicuramente esiste nel Sé. Perciò o Rama, non indagare su come sia sorta, ma su come liberartene.
Quando l’ignoranza o maya, avrà cessato di essere, allora saprai come è sorta. Realizzerai che essa non è un’entità reale: sorge solo in uno stato in cui manca la saggezza. Non un solo individuo, che sia un grande erudito o un eroe, è stato mai risparmiato da questa ignoranza; essa è la sorgente di ogni dolore, sradicala e distruggila”.
Vasistha continuò: “Ti rivelerò, ancora, il modo in cui l’Unica, Infinita Coscienza è giunta ad apparire come il Jiva e tutto il resto. L’oceano, per esempio, è tranquillo in certi luoghi e agitato in altri; allo stesso modo, la Coscienza Infinita sembra abbracciare la diversità in alcuni luoghi, sebbene in Se stessa sia non duale.
È naturale per la Coscienza Infinita manifestarsi in tutta la Sua gloria infinita. Questa manifestazione dell’onnipotenza della Coscienza Infinita, si allea con il tempo, lo spazio e la causalità, indispensabili alla manifestazione. Quindi sorgono gli infiniti nomi e forme. Ma tutte queste apparenti manifestazioni, in realtà non sono diversi dalla Coscienza Infinita.
Quell’aspetto della Coscienza Infinita che si mette in relazione alla manifestazione dei nomi e delle forme e così al tempo, allo spazio e alla causalità, è conosciuto come il Conoscitore del campo o la Coscienza testimone. Il corpo è il campo; quello che conosce questo corpo all’interno, all’esterno e in tutti i suoi aspetti è il Conoscitore del campo o Coscienza testimone. Quest’ultima, viene coinvolta nelle predisposizioni latenti e sviluppa il senso dell’ego.
Quando il senso dell’ego genera nozioni e intenzioni in se stesso, è conosciuto come intelletto. Quando è conosciuto come strumento pensante, allora si chiama mente. Quando l’intelligenza viene ulteriormente modificata o resa perversa, diventa i sensi.
Tutto questo costituisce il corpo; proprio come un frutto, nella fase di maturazione, attraversa vari cambiamenti nella misura, nel colore, ecc., questa Coscienza attraversa dei cambiamenti apparenti mentre l’ignoranza diventa sempre più profonda e densa.
Lo sciocco allora abbandona ogni giusto pensiero o indagine sulla verità e volontariamente abbraccia l’ignoranza come se fosse beatitudine. Afferrato nella sua stessa trappola delle varie attività e dell’identificazione di se stesso come il loro agente, egli attraversa innumerevoli sofferenze volute e imposte da sé.
0 Rama, in questo mondo, la causa di tutte le sfortune è soltanto la mente che è piena di dolore e angoscia, desiderio e illusione. La dimenticanza della Conoscenza del Sé genera desiderio e ira, cattivi pensieri e la brama, che gettano una persona nel fuoco degli oggetti sensoriali.
0 Rama, riscatta questa mente dal fango dell’ignoranza. In effetti, è un demone in forma umana colui che non è disperato per lo stato impuro della propria mente, causato dall’alternanza dei buoni e cattivi pensieri e che è soggetto alla vecchiaia, alla morte, alla disperazione”.
Vasistha continuò: “Questa manifestazione incidentale del potere della Coscienza Infinita appare come i milioni di specie di esseri di questo universo. Questi esseri innumerevoli sono invischiati nel loro condizionamento mentale; si trovano in ogni paese, in ogni luogo dell’universo e in ogni situazione concepibile.
0 Rama, proprio come in questo universo ci sono innumerevoli esseri di varie specie, anche in altri universi ci sono esseri simili, con corpi differenti, adatti a quegli universi. Ma tutti sono vincolati dal loro stesso condizionamento mentale. Essi si aggirano per questo universo, qualche volta elevati altre volte degradati e la morte gioca con loro come con una palla.
Vincolati dai loro innumerevoli desideri e attaccamenti e limitati dai loro condizionamenti mentali, essi migrano da un corpo ad un altro. Continueranno a farlo, finché percepiranno la verità sul loro stesso Sé, che è Infinita Coscienza. Dopo aver conseguito la conoscenza del Sé, verranno liberati dall’illusione e non ritorneranno più in questo piano di nascite e morti”.
Vasistha continuò: “Comunque, tutta questa creazione avviene soltanto come in un sogno; essa non è reale, semplicemente sembra tale. Colui che ha sradicato totalmente l’ignoranza e in cui ogni forma di condizionamento è cessata, è un saggio liberato. Sebbene sembri consapevole di questo sogno conosciuto come apparizione del mondo, in realtà non lo vede come mondo.
Questa apparizione del mondo è concepita da ogni Jiva, in ogni tempo, fino a che il Jiva consegue la liberazione. In ogni Jiva, perciò, il corpo esiste potenzialmente, non in tutta la sua sostanzialità fisica, ma come pensiero e come intenzione. Ti descriverò, ancora una volta, come il Creatore Brahma sorse dalla Infinita Coscienza e vedrai come gli innumerevoli esseri nacquero dall’Infinita Coscienza.
Quest’ultima, che è priva di tempo, spazio e causa, giocosamente se li attribuisce. Così la Persona cosmica viene in esistenza. Questa Persona cosmica è anche la Mente cosmica e la Vita cosmica. Intende sperimentare il suono e lo spazio viene portato in esistenza, con la trasmissione del suono come caratteristica. Intende sperimentare il tatto e crea l’aria. Questi sono ancora elementi invisibili e sottili.
Desiderando vedere, la Persona cosmica porta in esistenza il fuoco che si espande in numerose sorgenti di luce. Intende sperimentare il gusto, come pure la freschezza per contrastare il fuoco e giunge in esistenza l’acqua. Per ultimo, per il suo semplice desiderio di odorare, viene in esistenza la terra con la sua facoltà dell’odorato.
Questa Persona cosmica, con tutte le sue facoltà, è ancora estremamente sottile, indivisa. Abbandona apparentemente questo e si percepisce come scintille infinite nello spazio. Pensa a sé come ciascuna di queste scintille e sorge il senso dell’ego. Esso ha un’intelligenza inerente e concepisce un corpo per se stesso con l’aiuto dei cinque elementi cosmici già citati.
Questo corpo si considera grossolano, fisico e materiale e così diventa. La Persona cosmica è Brahma; sembra creare tutti questi innumerevoli esseri ed Egli stesso li protegge. Inizialmente nacque dalla Coscienza Infinita, ma, apparentemente sopraffatto dall’auto-limitazione e dimenticanza della Natura Infinita, come nel sonno fetale, egli si identifica con il corpo, nutrito e mantenuto dalla forza vitale, il prana, e composto da sostanze materiali.
Quando comincia ad indagare sulla sua origine, la sua Vera Natura gli si rivela ed egli è liberato dall’auto-limitazione”.
Vasistha continuò: “0 Rama, Sebbene questo universo sembri esistere, nulla realmente esiste come l’universo: non è altro che l’apparizione o riflesso della Coscienza Infinita, che soltanto è la Realtà. In quella Coscienza, la creazione appare come in un sogno, perciò solo la Realtà in cui essa appare è reale e questo è il Vuoto Infinito. Vedi il mondo perché gli occhi o gli altri sensi lo percepiscono e, allo stesso modo, se vedi, pensi o conosci che esista, questo è perché la tua mente pensa così. E quella mente ha portato in esistenza questo corpo come propria dimora.
Tutti i poteri che sono inerenti alla mente, per mezzo dei quali questo mondo è stato portato in esistenza, si trovano nella Coscienza Infinita. Perciò, i saggi hanno dichiarato che la mente è onnipotente. Tutti questi dei, demoni ed esseri umani, sono stati tutti creati dalla mente. Quando la mente cessa di intrattenere tali nozioni, essi cessano di essere, proprio come una lampada senza combustibile.
L’uomo saggio che conosce che tutti gli oggetti nel mondo sono irreali non li considera oggetti di piacere da conseguire. Colui che insegue gli oggetti creati dalla sua stessa mente, sicuramente raggiunge l’angoscia. Questa apparizione del mondo è venuta in esistenza a causa del desiderio. Cesserà soltanto quando i desideri cesseranno di sorgere. Quando questa apparizione del mondo è dissolta, nulla in realtà è stato distrutto.
Se una apparizione irreale è svanita, che cosa si perde? Se supremamente irreale, allora come può essere distrutta? E perché angosciarsi di una perdita irreale? E se fosse reale allora nessuno potrebbe distruggerla o renderla irreale. Da questo punto di vista, questo mondo non è altro che Brahman, l’Eterna Verità. Perciò, dov’è lo spazio per il dolore. Similmente, ciò che è irreale non può fiorire, perciò, di cosa rallegrarsi?
Quando tutto questo è invero l’unica Infinita Coscienza, a che cosa rinunciare? Considera tutto questo irreale, incluso te stesso, e non ci sarà dolore; oppure, considera che tutto è reale incluso te stesso ed ancora il dolore non ti toccherà.”
Mentre il saggio diceva così, il nono giorno giunse a termine e l’assemblea si sciolse.
Il giorno dopo Vasistha continuò: “La natura della persona saggia è di non desiderare quelle esperienze che non ottiene senza sforzo e di sperimentare quelle che sono già arrivate. Se uno è in grado di allontanare la mente dalle brame dei piaceri sensoriali con qualunque mezzo, si salva dall’oceano dell’illusione.
Colui che non è attratto dai piaceri di questo mondo o del cielo è liberato, anche se non desidera specificatamente né si sforza per tale liberazione.
Vasistha continuò: “0 Rama, nel passato ci sono stati milioni di Brahma, Shiva, Indra e Narayana, comunque, persino le creazioni di queste divinità non furono altro che la magia di Maya.
Queste creazioni sono state qualche volta attribuite a Brahma, altre volte a Shiva o Narayana o ai saggi. Ancora, qualche volta Brahma nacque da un loto e alle volte dalle acque, da un uovo o dallo spazio. In alcuni universi Brahma è la suprema divinità, in altri è il Sole, Indra, Narayana o Shiva. In alcuni universi la terra è riempita di alberi, in altri di gente o di montagne. In qualche dove la terra è di fango o creta, altrove è rocciosa o d’oro o di rame.
Uno può contare i raggi del sole, ma è impossibile contare il numero degli universi che esistono.
Naturalmente, tutto questo è reale come la creazione vista in un sogno. Perciò la domanda: ’Come sorse tutto questo nell’unica Infinita Coscienza?’ è immatura e infantile. La creazione sembra avvenire a causa delle intenzioni della mente e questo è certamente un mistero e una meraviglia.
Ti ho descritto tutto ciò, soltanto come illustrazione della verità. Comunque, in questa creazione non c’è tale ordine o sequenza; questa creazione non è altro che la creazione della mente, questa è la verità il resto è una descrizione immaginaria.
A causa della successione della creazione e della dissoluzione di questo universo, viene concepita una misura di tempo, da un momento a un mahayuga. Ma questo universo è per sempre presente nella Coscienza, come le scintille sono sempre presenti in un ferro arroventato.
Comunque, nella pura visione di una persona illuminata, tutto questo è Brahman soltanto, non una apparizione del mondo. La ripetizione della creazione e dissoluzione di infiniti universi, con l’infinita varietà di creatori in essi, non è altro che l’immaginaria percezione dell’ignorante e dell’illuso.
Vasistha continuò: “0 Rama, coloro che sono occupati nei diversi affari di questo mondo, nel perseguire il piacere e il potere, non desiderano conoscere la Verità che ovviamente non vedono. Colui che è saggio, ma che non ha completamente controllato le vasana e cerca i piaceri dei sensi, vede la verità e vede l’illusione. E colui che ha chiaramente compreso la natura del mondo e dei Jiva e che ha fermamente rigettato l’apparizione del mondo come realtà, è liberato e non rinasce più. Per illustrare questo, ti narrerò ora una interessante leggenda.