Non bisogna
più chiedersi "Sono io che devo occuparmi dei miei fratelli?". La
coscienza chiede invece, "Non sono forse io che devo occuparmi dei miei
fratelli?" e non aspetta che ci sia una risposta. L'amore è la spontanea
manifestazione che consegue al vedere, realizzare questa unità in cui siamo
tutti intessuti - quale che sia la nostra religione, casta, nazionalità o stato
sociale. L'amore non conosce distinzioni e la distanza non conta: l'amore
fluisce dovunque ve ne sia bisogno, spontaneamente, proprio come l'acqua scorre
da un terreno più alto ad uno più basso.
Il Rig Veda dichiara:
"Ahyam me hasto bhagavān" - Questa
mia mano è Dio.
La parola hasto significa sia mano che abbondanza.
Una persona
matura comprende la sua relazione di interdipendenza con tutti gli esseri
viventi ed evita così la trappola dell'egoismo nella quale potrebbe altrimenti
cadere. L'interdipendenza, come l'amore, è naturale; è la mutua dipendenza di
due o più persone che sono psicologicamente indipendenti e libere. La società
composta di persone di questo tipo è in grado di sostenersi e di prosperare.
Solo il tipo
di prosperità e di progresso raggiunti da questo amore reciproco e mutua
collaborazione è vero e duraturo - ed è davvero a portata di mano!
Venkatesa
daily readings, 15
Marzo
La natura è piena di doni; la luce splende
tutt'intorno ma noi ci volgiamo via da essa creando il buio nella nostra vita.
Così le nuvole si addensano creando confusione, disordine, dolore e sofferenza.
Nel nostro sforzo frenetico di liberarci del dolore e della sofferenza dimentichiamo
che è proprio il desiderio di liberarci dal dolore e dalla sofferenza che
costituisce la sofferenza e che lo sforzo la rende peggiore. Lo sforzo di
creare ordine è di per sé disordine.
Questo lo vediamo durante il sonno: il sonno è
"azione nella non-azione". Quello che ha riposato nel sonno ha
dormito senza la nozione di dormire, senza neanche la consapevolezza di dormire
e senza neanche il desiderio di dormire bene. Nel sonno non c'era divisione tra
essere e fare, tra l'intelligenza e l'azione. In altri momenti l'idea che
abbiamo dell'azione interferisce con l'essere o l'intelligenza: è l'idea che
agisce, l'idea stessa è l'io. L'io crea una motivazione, uno scopo o una
ricompensa: così sorgono le idee di successo e fallimento, piacere e dolore e
tutte le altre coppie di inseparabili opposti.
La mente che vede questa verità come verità e non come
un'idea, è attenta. La stessa mente vigile è ordine, è virtù; il suo sguardo
potente non permette all'idea di sorgere. In questa luce, le azioni avvengono -
azioni che sorgono direttamente dall'essere o intelligenza. La vigilanza stessa
della mente è la meditazione.