I.6. pramāņa viparyaya vikalpa nidrā smŗtayah
Queste cinque categorie di movimenti apparenti della mente sono:
(1) provata teoria, che è spesso assunta come attendibilmente verificata e quindi costituente la retta conoscenza; (o, razionalizzazione del movimento del pensiero).
(2) pensare erroneo o falsa conoscenza, assunzioni, congetture, credenze (deduzioni e inferenze possono anche essere incluse qui); (o condanna verbale del movimento del pensiero come sbagliato).
(3) fantasia o allucinazione o immaginazione totalmente scollegata da qualsiasi teoria provata o assunta: questa può anche includere l’illusione di aver già superato il movimento del pensiero.
(4) uno stato di letargia o sonno; o il soccombere al movimento del pensiero, sentendo che è impossibile trascenderlo.
(5) la memoria, o il ricordo di un insegnamento o di un’esperienza che fa sorgere la nozione dell’impossibilità di trascendere il movimento del pensiero; tale nozione forma un’immagine.
Il Raja Yoga ha lo scopo di farci comprendere come funziona la vita: l’esperienza e l’espressione. Quando l’energia entra nella personalità è l’esperienza; la stessa energia, quando lascia la personalità, è l’espressione. E’ la personalità che l’interpreta come conoscenza corretta, conoscenza erronea, azione corretta, azione indifferente, azione sbagliata, immaginazione, ecc. Né il flusso dell’energia, né la coscienza, che è dappertutto in ogni momento vengono alterate da alcuna di queste. L’energia, che è in costante movimento, passa attraverso di voi, ma non è influenzata da nessuna cosa che voi fate. Sapendo che siamo relazionati a questa vita e a questo mondo di esperienze e di espressioni, una chiara comprensione di cosa sia una vŗtti ci rende immediatamente capaci di comprendere la verità riguardo la natura sia dell’esperienza che dell’espressione.
Il concetto “Io sono” è una vŗtti e questa vŗtti assume, da adesso in poi, che tutto quello che succede intorno a me è una mia esperienza. Per esempio, quando c’è il vento freddo, questo sta dappertutto, ma voi lo sentite sulla vostra schiena e perciò quella per voi diventa un’esperienza. Quando cominciate a starnutire, quella diventa un’espressione: prima è un’esperienza di freddo, poi è un’espressione di starnuto.
Se sapete che persino questo “Io sono” non è una realtà indipendente, ma è un’onda nella totalità, allora non c’è alcun problema; non siete più voi ad avere l’esperienza, non siete voi che fate. “Io” non è più l’autore dell’azione: la coscienza è lì dappertutto e quella non può essere distrutta. Sa quello che deve fare, perché è intelligente: E’ solo fino a quando l’io sente di essere l’autore dell’azione, quando l’azione parte dalla vŗtti che l’io sente il bisogno di classificare la sua azione come giusta, sbagliata, ecc.
La giusta conoscenza
Persino in quella che abbiamo concordato di chiamare la verità, c’è molta frustrazione, che è terribilmente ovvia nel caso della religione. Voi siete completamente determinati nell’affermare che questa è la verità, ma qualcun altro non l’accetta come verità. Come mai non riuscite a farla comprendere anche a lui? Ecco allora che, se il vostro atteggiamento e la vostra relazione verso di lui sono basati su quello che voi siete convinti sia la giusta conoscenza e ve n’assumete la responsabilità, anche in quella che è chiamata giusta conoscenza c’è dolore e lo spazio intorno a voi è pieno d’infelicità.
La conoscenza errata
L’immaginazione
La memoria
Il sonno
Il sonno non è una completa non esistenza della personalità: se così fosse, sarebbe mokşa, liberazione. Il sonno è probabilmente la parte migliore della vita: se mettiamo insieme tutte le ore in cui uno dorme dalla nascita alla morte, è almeno metà della vita! Nel sonno l’io pensa “Io non penso”, o può essere una chiusura totale della mente.
Il sonno include anche i sogni, tanta immaginazione e probabilmente anche il risveglio della memoria; perciò queste cinque categorie non sono completamente separate come delle camere stagne, ma l’una si sovrappone all’altra o la include, vi sono spostamenti e combinazioni.
Queste cinque categorie possono anche essere interpretate in un’altra maniera. Per esempio, vedete che la vostra vita è traviata da queste vŗtti e volete scoprire cosa sono: l’entità che le scopre è un’altra vŗtti. L’idea “Io lo so” è altrettanto disastrosa quanto “Io non lo so”. Quello che avete letto nelle scritture indiane o in alcuni insegnamenti del Buddha non è la vostra conoscenza, ma quello che voi pensate sia la giusta conoscenza e tutti i dogmi sono composti di quello che voi pensate.
Perciò, la giusta conoscenza, la conoscenza errata, l’immaginazione, il sonno e la memoria sono le cinque forme dello stato di vŗtti dentro di noi, e tutte soffrono di una caratteristica universale: la limitazione. La persona illuminata è capace di guardare in quell’esperienza (o concetto) e vedere la realtà, che è l’intelligenza. Quando invece quella pura intelligenza è ignorata e queste cominciano a comandare, non c’è lo stato di yoga.
Il sé può continuare a pensare, a creare pensieri e concetti, e naturalmente a pensare che siano giusti e logici. Può registrare impressioni o esperienze come memoria e occasionalmente ravvivarla; può indulgere nell’immaginazione e, quando non vuole fare nessuna di queste cose, può andare a dormire. Questa è l’attività senza fine del sé. Il sé o il conoscitore non può essere compreso; ma quando queste cinque categorie vengono osservate, attraverso di esse uno può risalire fino al conoscitore, risalire al soggetto. Quando il conoscitore è conosciuto, nell’intelligenza risvegliata, allora il turbamento psicologico, che è il dolore o l’angoscia nella vita, viene rimosso.
Le vŗtti devono scomparire nello stato di yoga? Forse sì, forse no, occorre essere un po’ cauti in quest’approccio. Quello che era considerato l’oggetto (sia nel caso che la conoscenza che lo riguardava fosse valida e giusta o non valida e sbagliata) continuerà ad esistere; potete avere pensieri buoni o cattivi verso una certa persona: quando siete spiritualmente svegli qualcosa succede dentro di voi, ma quella persona non scompare.
Non è corretto affermare che quando c’è l’illuminazione queste vŗtti scompaiono, non è che scompaiono; come le onde: non scompaiono, ma la vostra percezione di quelle onde come diverse, distinte e separate dall’oceano scompare. Quello che è, è inesprimibile: una visione della totalità senza che i particolari vengano distrutti, eppure una visione nella quale non c’è divisione. Quello è lo stato di yoga.