MANUALE DI YOGA

                   

Manuale di Yoga



  
    

Associazione Yoga Sivananda

Agosto 2005


Il Metodo di Sivananda


Il saggio studente di yoga non deve forzare il corpo né ab­bandonarlo a se stesso: educan­dolo scopre le potenzialità nascoste dell’intelligenza che vi risiede. Non c’è dolore in questa pratica e perciò non c’è resistenza. Non è con la  forza  di  volontà, ma con la consapevolezza, che gli ostacoli   vengono   individuati  ed   eliminati.
Può esserci scomodità, quando si   incita  all’azione  una  parte   disusata del corpo; anche l’eliminazione delle tossine può essere avvertita come scomodità. La sensibilità dello studente deve leggere correttamente il messaggio e non trattare questi sintomi  come  dolore o come segno dell’incapacità del corpo.
In ogni posizione l’intelligenza interiore entra in azione e questo si manifesta  spesso  nella  doppia azione di allungamento e tensione. Lo studente si rende conto che ambedue, appropriatamente, sono naturali. Se lo scopo per cui pratichiamo  le  posizioni yoga  è  di  accrescere l’auto-consapevolezza, la pratica dev’essere caratterizzata da grande  delicatezza,  senso di adorazione e gratitudine, scoperta delle   proprie  potenzialità ed educazione del corpo, in modo che esso raggiunga le sue massime capacità, senza sforzo né dolore, ma con la curiosità e l’applicazione di trattare ogni posizione come una nuova sfida.
Questa saggezza era una caratteristica peculiare, nell’insegnamento di Swami Sivananda. La non-violenza non è inerzia, ma è qualcosa d’inesprimibile che elude ogni descrizione. Ogni movimento è eseguito con tutta la propria mente e ogni posizione è mantenuta con piena consapevolezza. Devi essere tu stesso a scoprirlo: anche se sollevi solo un braccio, devi vederlo da dentro, conscio, in ogni momento, di ciascun’articolazione o muscolo coinvolto, per coltivare una speciale consapevolezza non possessiva del corpo e imparare l’arte di guardare dentro.
Non c’è alcun pericolo nella pratica di queste posizioni.
E’ importante non praticare le āsana prima di due ore dopo i pasti.      Se presti attenzione al messaggio del corpo e sei sensibile all’azione che le posizioni hanno su di esso, saprai cosa fare o non fare.   L’intelligenza interiore non ti permetterà di nuocere al corpo.

Swami Venkatesananda


Oltre la mente e il corpo


Praticando  la  parte fisica dello  Yoga in modo attento, sistematico e diligente, la mente dello yogi diventa calma per via naturale e le sue emozioni entrano  sotto il suo controllo:  eppure, sarebbe  un  errore dare per scontate queste conquiste. Lo Yoga richiede  anche una ferma disciplina mentale ed emotiva.
Alcuni esercizi di Yoga, chiamati Prānāyāma, sono d’aiuto allo yogi nel dirigere i suoi pensieri e le sue emozioni, tuttavia è bene che egli controlli i pensieri  e le emozioni,  anche nelle loro proprie sfere.    Infatti, mentre le Posizioni Yoga portano verso l’ordine psicologico ed emotivo,  il disturbo volontario  di  tale ordine nella sfera psicologica, neutralizza il beneficio; noncurante di ciò, lo studente di Yoga si lamenta di non fare alcun progresso.
Quando l’intelligente padronanza della mente e delle emozioni va di pari passo con le Posizioni Yoga e le tecniche respiratorie, lo yogi ottiene presto un’indescrivibile pace mentale. La pace mentale goduta dallo yogi è caratterizzata da una consapevole esperienza di unione interiore e da una potente esperienza di consapevolezza.
Una mente calma riflette lo spirito interiore e la sua divina maestà. La mente disturbata è opaca, ma  la mente calma  è trasparente:  la luce dello spirito  irradia attraverso di essa, senza la minima distorsione.
Swami Venkatesananda




Tapah swādhyāye īśvara praņidhānāni kriyā yogah Yoga Sūtra II,1
L’azione, diretta dalla luce interiore, lo studio di sé e delle scritture e la resa all’onnipresenza che dimora dentro costituiscono la pratica dello Yoga.

Il Valore dello Yoga


Come esseri umani siamo costituiti di tre componenti: corpo, mente e spirito. In corrispondenza di questi sorgono tre esigenze che devono essere soddisfatte per una vita felice: l’esigenza fisica è la salute; l’esigenza psicologica è la conoscenza e l’esigenza spirituale è la pace interiore. Quando queste tre sono presenti c’è armonia.
La società moderna si trova ad affrontare dei problemi che riguardano tutti e tre questi aspetti. Lo stile di vita di oggi con le sue meraviglie tecnologiche è insieme un bene e un male. La convenienza e la rapidità hanno un costo sulla salute; le macchine che ci fanno risparmiare fatica riducono al minimo l’esercizio fisico, con conseguente intorpidimento e debilitazione dei muscoli. Una vita sedentaria causa mal di schiena, problemi cervicali, pesantezza e difficoltà a camminare. Stare troppo tempo davanti al computer o al televisore portano mal di testa e affaticamento degli occhi.
Le ansie causate da un mondo competitivo esauriscono le risorse interiori, invitando problemi legati allo stress, come insonnia e disordini respiratori e nervosi. Se non si equilibrano queste pressioni con momenti di tranquilla riflessione, la qualità della vita andrà degenerando.
I valori artificiali generati dalla corsa all’ottenimento degli interessi personali portano all’allontanamento dallo scopo spirituale della vita. La perdita della fede può portare ad un senso di perdita della propria vera identità.
Lo Yoga è un valido aiuto per tutti questi problemi. A livello fisico dà sollievo ad un’infinità di disturbi; la pratica delle posizioni rafforza il corpo e crea un senso di benessere.
Dal punto di vista psicologico, lo Yoga affina l’intelletto e aiuta la concentrazione, riporta equilibrio nelle emozioni, porta ad un premuroso interesse per gli altri e soprattutto, restituisce la fiducia in se stessi. La pratica delle tecniche di respirazione calma la mente. La sua filosofia dà nuove prospettive e, nel campo della spiritualità, lo Yoga porta la consapevolezza e la capacità di concentrarsi. Con la meditazione si ha l’esperienza della pace interiore.

Lo Yoga, dunque, è una filosofia pratica che coinvolge ogni aspetto della vita. Insegna l’evoluzione dell’individuo attraverso lo sviluppo dell’auto-disciplina e della consapevolezza di sé. Chiunque, a prescindere dall’età, dalle condizioni di salute, dalle circostanze della vita e dalla religione, può praticare lo Yoga.

Introduzione


Molti sono i motivi che attraggono alla pratica dello Yoga; nella maggior parte dei casi si cerca sollievo da problemi fisiologici, come mal di schiena, traumi sportivi, mancanza di flessibilità, il bisogno di rilassarsi a causa dello stress...
Legato a questi c'è il desiderio di avere una vita felice, anche se questo significa cose diverse per ognuno; il nostro bisogno fisico è la salute, il nostro bisogno psicologico è la conoscenza, e il nostro bisogno spi­rituale è la pace dell'anima; Quando questi tre aspetti sono presenti, c'è armonia; questa è la via e lo scopo dello Yoga. Lo Yoga rafforza il corpo e calma la mente, migliora la lucidità mentale, favorisce la concentrazione, stabilizza le emo­zioni, porta consapevolezza e stabilità.
La salute del corpo è uno stato di equilibrio di tutti i sistemi anatomici  e fisiologici nel quale ogni parte funziona nel suo pieno potenziale. Questi complessi sistemi devono funzionare bene, ma non sempre è così, per cui la buona salute non la si può sempre prendere per scontata. Lo Yoga insegna che si può ottenere questo benessere attraverso la pratica di āsana (posizioni yoga) e prānāyāma (esercizi di regolazione del respiro), alcune delle quali sono attive e impegnative, mentre altre sono rilassanti e rivitalizzanti.


Le āsana non sono solo esercizi: aiutano a nutrire, purificare e rinvigorire il corpo e a calmare la mente. Agiscono in diversi modi, migliorando la postura e la struttura muscolare, rinvigorendo il sistema circolatorio e gli organi interni, aiutando la digestione, stimolando il sistema endocrino e rafforzando il sistema immunitario.
Vi sono dei programmi di āsana yoga che possono alleviare alcuni problemi di salute, inclusi quelli del sistema scheletro-muscolare (come artrite, scoliosi, mal di schiena, problemi del ginocchio), del sistema digerente, dolori mestruali e problemi come mal di testa, affaticamento e stress.

Lo Scopo dello Yoga
Lo Yoga fa parte delle sei branche della filosofia classica indiana, ma le origini dello yoga risalgono alla tradizione orale, tramandata da maestro (guru) a discepolo fino agli antichi rishi (asceti erranti) che per primi cominciarono ad investigare sulla natura della realtà e del nostro mondo interiore.
La parola Yoga deriva dal Sanscrito yuj che significa unire, che implica l'unione o l'integrazione di tutti gli aspetti dell'individuo - il corpo con la mente e la mente con l'anima - per ottenere una vita felice ed equilibrata e, a livello spirituale, l'unione dell'individuo con l'universale.



Pratica delle Posizioni Yoga



Asana: Posizione Yoga stabile e confortevole, che si mantiene respirando normalmente, con-centrandosi sulle parti del corpo più interessate dalla posizione.
 Respirazione: Mantenere sempre la respirazione regolare durante la pratica e soprattutto mentre si mantiene una Posizione Yoga.
1–6. Le posizioni in piedi si praticano partendo dalla posizione a piedi uniti, le braccia ai lati del corpo, le dita estese, chiamata Tadasana o posizione della montagna. Queste posizioni vanno mantenute da 30 sec. a 2 min., a seconda della pratica e della difficoltà. Le posizione laterali vanno ripetute al lato opposto per la stessa durata
Benefici: Donano alla colonna vertebrale gli importanti piegamenti laterali, in avanti, indietro e di rotazione, rendendola forte e flessibile e correggendone qualsiasi deformità. Migliorano il funzionamento del fegato, dei reni, dei nervi spinali. Espandono il torace, migliorando la capacità e la qualità del respiro. Rafforzano i muscoli e le articolazioni delle gambe. Curano il mal di schiena e aiutano ad eliminare la stitichezza.
7,8. La Posizione del Vento o Pavana Muktasana. Aiuta ad eliminare il meteorismo, migliora la capacità digestiva ed elimina la stitichezza.
9. La Posizione del Diamante o Vajrasana E’ una posizione adatta anche per la meditazione, poiché permette di tenere la colonna vertebrale eretta. Utile per vene varicose; riporta la mobilità a caviglie e ginocchia rigide. Dopo i pasti facilita la digestione.

10-12 .La Posizione di Allungamento o Pashcimottanasana si può praticare partendo dalla posizione supina con le braccia estese oltre la testa. Usando gli addominali sedersi con le braccia in alto, inspirare e piegarsi in avanti espirando. Mantenere la posizione che si può raggiungere, per circa 2 min.
Benefici: Ridona la vitalità agli organi addominali, come fegato, pancreas, intestini, e la zona pelvica. Stimola il sistema nervoso simpatico e parasimpatico e anche il midollo spinale; riduce l’adipe addominale.

11. La Posizione distesa del Diamante o Supta Vajrasana. Si pratica a stadi. Tenere le ginocchia vicine tra loro e a terra. Attiva e tonifica i gangli nervosi che partono dalla zona lombare inferiore e passando attraverso i glutei innervano la parte posteriore delle gambe. Utile per ridare mobilità alle anche, la zona lombare e le caviglie; evitare in caso di iperlordosi.
13. Posizione del Cammello o Ushtrasana. All’inizio appoggiare una sola mano sul tallone, tenendo l’altra in alto e ripetere all’altro lato. Rende la schiena flessibile, apre il torace, migliora l’afflusso di sangue nel cervello.

14,15. Posizione di Torsione Spinale o Ardha Matsyendrasana. Ripetere invertendo la posizione delle gambe e la rotazione della schiena. Rende elastica la colonna vertebrale, tonifica tutti i nervi spinali, cura la stitichezza e le difficoltà digestive; utile per diabete, problemi renali, meteorismo e riduzione dell’adipe addominale.

16,17. Posizione del Pavone o Mayurasana I gomiti sono vicini, ai lati dell’ombelico su cui l’intero corpo è sostenuto in linea orizzontale. Per passare dalla posizione 7 alla 8, sporgersi in avanti, fino a trovare l’equilibrio, invece di cercare di sollevare le gambe.
Benefici: Elimina qualsiasi disordine addominale, è utile soprattutto per migliorare la funzionalità di fegato e pancreas. Rafforza gli avambracci, i gomiti e i polsi.
18. Posizione del Cobra o Bhujangasana. In posizione prona, sollevare le spalle, il torace e lo stomaco spingendo a terra il bacino e l’addome, in modo da esercitare i muscoli della schiena: usare il meno possibile le braccia che devono restare piegate, con i gomiti che toccano i fianchi. Benefici: Mantiene la schiena elastica e forte. Allevia il mal di schiena dovuto alla stanchezza, utile per ridurre l’adipe nell’addome e per tutti i disordini addominali e anche per asma, bronchite e spondilosi cervicale.

19. Posizione della locusta o Shalabhasana. Le braccia devono essere tese, sotto il torace e l’addome, le dita intrecciate con i pollici a terra, il mento spinto a terra. Inspirare e poi sollevare le gambe senza piegare le ginocchia. Elimina la stitichezza, tonifica i reni. Rafforza i glutei e la zona lombare.

20. Posizione dell’Arco o Dhanurasana. Meglio prendere le caviglie che i piedi; spingere l’addome a terra e sollevare il resto del corpo tirando con le gambe, senza piegare i gomiti. Mantenere, con il peso sull’addome per circa 30 sec.
Benefici: Elimina i disordini gastro-intestinali, migliora la digestione, rende tutto il corpo più agile e leggero.

21. Posizione di Rilassamento del Coccodrillo o Makarasana. Porre le mani sulle spalle opposte per appoggiare comodamente la fronte (meglio che il mento) sugli avambracci. Benefici: Utile posizione di rilassamento per problemi causati da tensione, come ad esempio, la pressione alta.
22. Posizione sulla Testa o Shirsasana. Porre una coperta piegata in quattro sul pavimento, lontano da muri, vetri e altri oggetti che possono costituire pericolo. Intrecciare le dita e formare con i gomiti un triangolo equilatero.
Poggiare il centro della testa sulla coperta, tra le mani. Con le dita intrecciate sostenere la nuca.
Sollevare solo le ginocchia, con le dita dei piedi a terra, camminare ed esercitarsi così finché necessario.
Successivamente piegare le gambe continuando a camminare, fino ad appoggiarle al petto; allora i piedi si staccheranno da terra. Ruotare il bacino tenendo le gambe piegate, fino a che i piedi non si trovano verticalmente in linea con la schiena.
Allungare le gambe è l’ultimo stadio, da fare solo quando si è pronti. Esercitarsi a mantenere ciascuno stadio da qualche secondo a 1 min. La posizione finale va mantenuta in maniera molto rilassata e soprattutto respirando normal-mente, per circa 1 min.
Benefici: Grazie al migliore afflusso di sangue al cervello, la posizione mantiene sano l’intero sistema nervoso. Migliora i poteri intellettivi.
Le ghiandole endocrine come l’ipofisi e l’epifisi riacquistano vitalità. Migliora subito la capacità di concentrazione.

23. Posizione sulle spalle o Sarvangasana. Seguire gli stadi indicati in figura. Tenere la testa dritta, a terra, guardando verso i piedi, evitare qualsiasi movimento brusco. Mantenere la posizione rilassando gola, viso, occhi ecc., per circa 2 min. Tornare a terra seguendo gli stadi  da 5 a 8.
Benefici: Mantiene sana la tiroide, la quale a sua volta mantiene il corpo attivo e in buona salute. Influenza beneficamente gli organi della zona pelvica, sia nell’uomo che nella donna. Utile anche per curare vene varicose, emorroidi e disordini mestruali.
24. Posizione dell’aratro o Halasana Lasciar scendere le gambe oltre la testa, non spingendo o forzando, ma lasciando rilassare la schiena, la zona cervicale e i fianchi, soprattutto durante l’espi-razione. I piedi raggiungeranno la terra con la pratica. Le braccia si possono tenere anche a terra dalla parte della schiena invece che vicino alla testa. Oltre ai benefici di Sarvangasana, aumentano i benefici sui muscoli della schiena, i nervi spinali e le articolazioni della colonna vertebrale.
25.   Posizione del Pesce o  Matsyasana. E’ molto più facile praticare la posizione stando supini con le gambe estese: appoggiare i gomiti a terra e inarcare la parte alta della schiena, tenendo le gambe, il bacino e la sommità del capo a terra. Matsyasana è una posizione complementare a sarvangasana e halasana e si mantiene normalmente per la metà del tempo di queste.
Benefici della Posizione del Pesce: - E’ soprattutto utile per la prevenzione e la cura dei problemi delle vie respiratorie, come l’asma e anche per pazienti diabetici - .

26.  Posizione del Ponte o Chakrasana. Anche questa posizione ha degli stadi più semplici in cui si solleva prima solo la schiena, poi la schiena e le spalle. E’ soprattutto importante appoggiare piedi e mani in modo corretto su una superficie unica e non scivolosa. Una potente posizione di piegamento indietro, rafforza e rende flessibile l’intera colonna vertebrale. Evitare di mantenere l’ultimo stadio in caso di iperlordosi.

27. Posizione del Fior di Loto o Padmasana. E’ sicuramente la posizione yoga più conosciuta. La simmetria e la perpendicolarità della colonna aiutano a portare stabilità alla mente. Non forzare le ginocchia nel tentativo di riuscire. Si può praticare la metà posizione, appoggiando un solo piede sulla gamba opposta, mentre l’altro si tiene a terra sotto il ginocchio opposto.
E’ possibile meditare anche in posizioni più semplici. Mantenere la consapevolezza del respiro o di un unico oggetto.

28. Rilassamento completo o Shavasana. Distesi in posizione supina, concentrare la mente sulle diverse parti del corpo, cominciando dalle dita dei piedi, fino alla testa e sentire in ogni punto il propagarsi di un senso di rilassamento. Affidare ogni parte del corpo alla terra, sentendo il suo sostegno. Rilassare anche tutte le parti del viso, la mascella, le guance, gli occhi, la fronte. Lasciar cadere ogni pensiero del passato e del futuro e infine dimenticare il corpo sentendo di essere un tutt’unico con l’universo.
Attraverso il respiro calmo e lento, con l’inspirazione sentire di essere invasi da un’onda dell’energia cosmica, e con l’espirazione sentire di lasciar cadere ogni fatica e ogni tensione. Restare completamente rilassati per 5-20 minuti. Poi portare ancora una volta l’attenzione su tutte le parti del corpo, muoverle lentamente, girarsi da un lato e dall’altro stirandosi e sedersi.
Benefici: E’ uno dei mezzi più potenti per tenere sotto controllo un gran numero di malattie come ipertensione e insonnia e disordini le cui concomitanti psicologiche sono lo stress, la tensione e l’ansia.





N.B.
 La pratica delle Yoga Asana dev’essere appresa da un maestro qualificato; solo successivamente un libro può essere d’ausilio per continuare.


Gli Otto Rami dello Yoga

Lo Yoga fu reso sistematico dal saggio Patanjali nella sua opera classica, gli Yoga Sutra, circa 2000 anni fa. Quest'opera riunisce tutti i vari elementi di teoria e pratica da tutte le fonti di yoga e li presenta in un testo conciso, integrato e completo. Vi sono otto discipline o ‘membra’ nello Yoga presentato da Patanjali:
Yama: discipline morali o comandamenti universali.
Niyama: osservanze personali o auto-purificazione.
Asana: posizione - una combi-nazione di allineamento fisico e consapevolezza mentale.
Pranayama: controllo del respiro.
Pratyahara: consapevolezza interiore, data dalla capacità di ritirare i sensi dai loro oggetti.
Dharana: la capacità di concentrarsi su un singolo oggetto scelto, come per esempio, mettere a fuoco la mente sul respiro.
Dhyana: la meditazione, che sorge con la pratica di dharana, nella quale la mente acquietata rivela una qualità della consapevolezza, che nel silenzio interiore abbraccia una pace profonda e una gioia traboccante.
Samadhi: lo stato di supercoscienza portato dalla meditazione profonda che permette la diretta esperienza di unità con lo spirito universale.
I Sentieri dello Yoga
Lo Yoga è un ricerca spirituale, ma lungo il cammino dello yoga l'aspirante ottiene anche salute, felicità, tranquillità e conoscenza che indicano il progresso e incoraggiano a continuare la pratica. Il Buddismo e altre tradizioni spirituali orientali fanno uso di molte tecniche derivate, dallo yoga. Gli Yoga Sutra contengono i tre aspetti principali dello Yoga tradizionale:
Bhakti Yoga, lo yoga della devozione, unisce le energie del cuore e del sentimento attraverso la devozione ritualistica. La Società Internazionale per la Coscienza di Krishna (gli Hare Krishna) è un movimento Bhakti di antiche origini. Ma lo Yoga non è una religione; è una metodologia che accede alla profondità della natura umana e penetra gli aspetti più sottili della mente e della materia.
Jnana Yoga o yoga della saggezza, nel quale lo spirito d'inchiesta della mente razionale è utilizzato per distinguere tra il reale e il non-reale, attraverso la meditazione contemplativa. J. Krishnamurthi, Ramana Maharishi e Sri Ramakrishna sono dei grandi esempi di saggi moderni.
Karma Yoga nel quale l'enfasi e nell'unificare le energie del corpo e della mente, attraverso l'azione.
Quest'azione può essere diretta al miglioramento della comunità; un grande esempio è stata l'opera del Mahatma Gandhi.
Nell'insieme lo Yoga di Patanjali può essere descritto come lo yoga classico oppure come Kriya Yoga, o come Raja Yoga. Ai nostri giorni il termine raja (regale) è usato per descrivere uno yoga basato soprattutto sulla meditazione. Varie scuole o stili di yoga sorsero intorno ad ognuno di questi sentieri di base, enfatizzandone aspetti differenti, oppure creando una metodologia pratica basata su una combinazione dei vari aspetti dei diversi sentieri. In generale queste scuole furono fondate da famosi maestri o guru e riflettono le loro metodologie e metodi di praticare, insegnare e seguire il sentiero dello yoga.
Hatha Yoga: mentre lo yoga classico di Patanjali vede le āsana e i pranayama come preparazione ad una corretta posizione ed un corretto stato mentale per la meditazione, l’hatha yoga dà enfasi ad una più ampia pratica di asana, pranayama e bandha (chiusure energetiche), considerate di per sé importanti per l’auto-purificazione e come mezzi per manipolare le energie sottili del corpo e risvegliare la coscienza. L’HathaYoga tradizionale include anche delle tecniche di pulizia e la filosofia esoterica.

Questa pratica al giorno d'oggi è inclusa nello Yoga Integrale di Sivananda che comprende anche gli aspetti jnana, bhakti e karma dello yoga classico.
                                                Altre forme di yoga molto praticate oggi in occidente sono quelle derivate dal grande yogi del ventesimo secolo, Sri T. Krishnamacharya e i suoi tre famosi allievi: BKS Iyengar, Patabhi-Jois, e TKV Desikachar, i quali svilupparono rispettivamente Iyengar Yoga, Ashtanga Vinyasa Yoga e Viniyoga. Tutti e tre enfatizzano la pratica disciplinata di āsana e pranayama come mezzo di auto-riflessione, conoscenza e resa, ed il raggiungimento degli otto rami dello yoga di Patanjali, con poca enfasi sullo yoga esoterico. In questi sistemi, la pratica e l'esperienza diretta attraverso le asana ed i pranayama sono i mezzi per l'autoconoscenza.


Perché tanti nomi diversi di Yoga?
 Man mano che lo yoga si è sviluppato in occidente, sono stati creati molti nomi e stili, ma la maggior  parte deriva dalle categorie di base su menzionate. Alcuni stili o metodi particolari possono essere considerati più efficaci di altri o possono essere più adatti al temperamento proprio di ognuno. Molti individui applicano anche il loro nome personale allo yoga o usano un termine specifico per descrivere lo stile. Detto questo, va sempre ricordato che si tratta di metodi diversi per raggiungere la stessa meta; sono tutti aspetti della filosofia yoga globale. L'unica cosa di cui hai bisogno e la decisione di intraprendere questa disciplina.

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Bibliografia:
Yoga  – Swami Venkatesananda,
Ass. Yoga Sivananda, Vasto 1989
Yoga  asanas, pranayama, mudras, kriyas,
Vivekananda Kendra, India 1987
Australian Yoga Life, Issue 3 – 2002,
Post Haste Graphics P.O.Box 39 Moorooka Old. 4105
Yoga, the Iyengar way – S.M.S. Metha,
Dorling Kindersley, London 1990
I disegni sono del
Vivekananda Kendra,
Triplicane, Madras - India.
Traduzione, editing e stampa in proprio
Associazione Yoga Sivananda
Via Cinque Olivi 4
66054 Vasto CH – tel. 0873 520200